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Intervista a Riccardo Tessarini, presidente della Consulta della Legalità

Signor Tessarini, ci sono stati incontri ed eventi centrati sul tema della legalità, in seguito alla nascita della Casa della Legalità. Ce ne può parlare?

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La Consulta della Legalità è stata istituita per la prima volta con un decreto del sindaco nel luglio 2017. Da allora il nostro impegno si è rivolto all’organizzazione di attività che divulghino l’importanza della legalità sul territorio nei confronti dei cittadini. Uno degli eventi più importanti è “Coltiviamo la legalità”, una rassegna di incontri che può durare da un paio di settimane a un mese al massimo. A ottobre scorso c’è stata l’edizione 2019. Di solito si tiene a maggio, ma in quel caso l’abbiamo posticipata per dare spazio alle elezioni comunali.

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Con le elezioni 2019 c’è stato il cambio della giunta comunale. Il progetto sulla legalità sta continuando comunque?

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Sì, non ha subito variazioni. La giunta precedente era di centrosinistra, questa è di centrodestra, ma c’è stato un consapevole passaggio di consegne e stiamo lavorando bene. Noi come Consulta ci siamo insediati nel settembre 2017 (dopo l’istituzione a luglio) e abbiamo iniziato a capire gli spazi di manovra, cioè cosa potevamo fare e come realizzarlo, ma senza poter fare affidamento su un budget. Nel 2018 sono state fatte proposte all’assessore, perché sostanzialmente i compiti della consulta sono due: uno consultivo cioè emettere pareri non vincolanti e uno propositivo, quindi proponiamo progetti, studi, ricerche, programmi come “Coltiviamo la Legalità”. Dopo le elezioni 2019, la nuova amministrazione si è occupata del rinnovo del progetto.

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Quali sono le associazioni che collaborano all’interno della Casa della Legalità?

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Ad oggi ce ne sono otto (all’inizio erano nove), con attività riconducibili alla questione della legalità. Sono tutte state selezionate tramite bando e ogni loro attività è gratuita, cioè svolta tramite il volontariato.

Questi i nomi: Assistenti civici, Associazione Mazziniana (di cui faccio parte anche io), Associazione di volontariato Contatto, cooperativa sociale For-b, Legalità Bene comune, Libera, Ordine di avvocati e super Partes.

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Vengono anche organizzati incontri con le scuole?

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Sì. Da quando la casa è stata resa accessibile viene usata non solo per le riunioni della Consulta, ma anche per frequenti visite di scolaresche da tutta la Romagna. È grazie al grande sforzo di Libera e For-b (l’associazione che si occupa del podere retrostante e delle coltivazioni) e del loro lavoro per coordinare i viaggi e le gite che è stato raggiunto bacino di almeno 600 alunni e 50 insegnanti, solo nell’arco del 2019.

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Lo scopo di questi incontri?

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Lo scopo è sensibilizzare, informare e rendere consapevoli i ragazzi su fenomeni criminali o di illegalità locale, che talvolta possono verificarsi anche dietro casa. È un percorso di cittadinanza responsabile e consapevole e l’obiettivo è rendere accessibile la casa a tutta la comunità forlivese.

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Avete già pensato di sviluppare altri servizi?

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L’attuale assessore, Maria Pia Baroni, sta lavorando per sbloccare alcune procedure per usare di più la casa. Al momento di impedimenti non ci sono.

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Qual è il quadro normativo di riferimento della vostra azione?

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Ci stiamo muovendo in base alla legge regionale n. 3 del 2011 e poi al testo unico della legalità n. 18 del 2016, che prevedono di attuare misure in favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso e di promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Ma prevedono anche la confisca con finalità specifiche e l’istituzione di organi deputati.

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04/04/2020

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Murales della Casa della Legalità - dal sito dell'ex Assessore Valentina Ravaioli

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